Vedere l’invisibile
Il progetto “Vedere l’invisibile. Capolavori ritrovati del cinema muto italiano” (“STU-Seeing The Unseen” in inglese) nasce con l’obiettivo di recuperare e valorizzare film del periodo muto italiano, sopravvissuti esclusivamente in copie estremamente rare o uniche. Attraverso avanzate tecniche di restauro digitale, esso intende restituire nuova vita a una parte meno nota del patrimonio cinematografico italiano, rendendo i titoli ritrovati nuovamente accessibili a studiosi, appassionati e al grande pubblico.
Il contesto
A livello mondiale, il ricco patrimonio cinematografico del periodo antecedente l’avvento del sonoro (ovvero tutte quelle produzioni realizzate grossomodo tra il 1895 e il 1927) è andato in larga parte perduto con il progredire degli anni e oggi solo pochi di questi film sopravvivono, spesso in copie malconce, incomplete e di scarsa qualità visiva. A titolo esemplificativo, lo storico e archivista americano David Pierce ha stimato che appena il 14% dei lungometraggi statunitensi prodotti nel periodo del muto sopravvive nella versione originale. E ci sono scenari ben più tragici laddove, ad esempio nel caso di paesi che ebbero un’industria cinematografica più modesta, semplicemente nulla delle loro produzioni dell’epoca sopravvive oggi.
Le cause di tutto ciò sono molte, e soprattutto: l’infiammabilità delle pellicole in nitrato (prodotte fino alla metà degli anni Cinquanta); il progressivo decadimento dell’emulsione o della stessa base filmica, specie nei casi di precarie condizioni di conservazione; la scarsa considerazione, talvolta, dell’oggetto filmico come elemento da preservare e valorizzare anche oltre la propria vita commerciale; i costi di immagazzinamento di tali ingombranti supporti.
Questo fenomeno ha interessato analogamente il patrimonio cinematografico muto italiano, come emerge con tutta evidenza da una comparazione tra i film elencati nella monumentale ricognizione effettuata da Aldo Bernardini e Vittorio Martinelli (Il cinema muto italiano, opera in 21 volumi edita dalla RAI-ERI, collana editoriale: Biblioteca di Bianco e Nero) e i titoli nel database Treasures from the Film Archives a cura della Fédération Internationale des Archives du Film (FIAF), dove i vari archivi cinematografici nel mondo indicano i materiali muti in loro possesso. Il bilancio è drammatico, e questo solo limitandosi alle opere di finzione.
Dunque, con il passare del tempo, diventa sempre più urgente preservare i materiali ancora esistenti e, analogamente, ogni nuova scoperta assume un valore significativo. In questo senso, anche il recupero di brevi frammenti e copie deteriorate costituisce un’impresa eccezionale, che in un certo modo contrasta il triste destino di un film non conservato: la sua trasformazione in un blocco informe di materiale colliquato o, peggio, in semplice polvere dentro un contenitore di metallo.
Il progetto
Il progetto “Vedere l’invisibile. Capolavori ritrovati del cinema muto italiano” ha preso le mosse dall’attività, avviata recentemente dalla cineteca nazionale della Federazione Russa – il Gosfil’mofond Rossii – di individuazione e catalogazione sistematica e scientifica dei film muti stranieri nelle proprie collezioni, lavoro di ricognizione questo dal quale sono emersi titoli italiani straordinari, talvolta in copie complete, quasi sempre in elementi unici che non sopravvivono né in Italia né altrove.
Reso possibile grazie alle risorse assegnate dall’Unione Europea – Next Generation EU, mediante Avviso pubblico per l’erogazione di contributi in favore di micro e piccole imprese, enti del terzo settore e organizzazioni profit e no profit, operanti nei settori culturali e creativi per favorire l’innovazione e la transizione digitale. PNRR, Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, Componente 3 – Turismo e Cultura 4.0 (M1C3), Misura 3 “Industria culturale e creativa 4.0”, Investimento 3.3: “Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde”, Sub – Investimento 3.3.2: – Sostegno ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale (Azione A II), l’iniziativa ha portato a una collaborazione esclusiva con lo stesso archivio per il restauro digitale di alcuni importanti titoli, mediante un workflow condiviso e articolato in tre macro fasi: scansione, pulizia/correzione digitale ed editing/mastering. A tal fine, ci si avvale di moderne tecnologie digitali di miglioramento, ricostruzione e manipolazione dell’immagine, così da preservare quanto più possibile l’informazione visiva originale. Strumenti professionali avanzati di stabilizzazione, pulizia, cloning, interpolazione, dewarping, ma anche di grading/color correction, editing e mastering, vengono usati sotto continua supervisione del personale impiegato, al fine di evitare la creazione di artefatti.
Taluni titoli sopravvivono inoltre in forma incompleta, ma l’esistenza di materiali non-filmici (quali foto di scena, cartoline, sceneggiature, lista delle didascalie) consente spesso di colmare le lacune e di ricostruire una narrativa allo stato attuale non comprensibile. In questi casi, viene dunque portato avanti un parallelo lavoro di ricostruzione a partire dagli elementi disponibili.
Tutto ciò viene svolto perseguendo una precisa finalità, ovvero non di adattare a tutti i costi l’opera originale all’occhio dello spettatore moderno tramite una pulizia e modernizzazione totale delle immagini, bensì quella di rendere fruibili, comprensibili e apprezzabili titoli appartenenti al cinema delle origini, nell’ottica di un lavoro di ricostruzione filologica e di restauro scientifico di matrice conservativa.
Oltre al lavoro di ricostruzione/restauro, “Vedere l’invisibile” si impegna nella diffusione e nella fruizione di questi film, favorendo la loro riscoperta attraverso proiezioni dedicate e collaborazioni con istituzioni culturali, archivi e festival cinematografici. In questo modo, il progetto non solo salvaguarda un prezioso patrimonio artistico, ma contribuisce anche a mantenere viva la memoria storica del cinema muto italiano, permettendo alle generazioni presenti e future di esplorarne il fascino e l’importanza.
Il progetto è in continua evoluzione, caratterizzandosi non solo per un costante arricchimento del catalogo di titoli presenti all’interno della sezione “Archivio film” attraverso un ampliamento progressivo e mirato, ma anche per la volontà di instaurare collaborazioni strategiche con nuovi interlocutori. L’obiettivo è di favorire l’attivazione di partnership analoghe con archivi e realtà affini, creando sinergie che possano contribuire alla crescita del progetto e alla sua capacità di offrire un’esperienza sempre più completa e diversificata agli utenti interessati. In questo contesto, l’espansione dei contenuti e l’implementazione di nuove collaborazioni rappresentano aspetti fondamentali per consolidare la proposta culturale e cinematografica complessiva dell’iniziativa.